“L’umanità possiede due ali: una è la donna, l’altra
è l’uomo. Fino a che le due ali non saranno
ugualmente sviluppate, l’umanità non potrà volare”
(B. Boutros Ghali, scrittore egiziano)
Milano, le donne mascolinizzate e quello che non comprendono…
Abitando a Milano, vedo e frequento tutti i giorni donne trafelate che si recano quotidianamente al lavoro e si concentrano nell’eseguire i propri compiti, realizzandoli in modo spedito, rigoroso e determinato. E magari, vivendo da sole ed essendo autonome anche dal punto economico, si devono occupare anche di ogni lato pragmatico della quotidianità… Sì insomma, giunti a questo capitolo lo avrete già capito: io sono una di loro! E pochi uomini usano il trapano meglio di me e battono il mio record nel cambio gomme! In questo modo passiamo la maggior parte delle nostre ore di veglia nel nostro Maschile. E se si passa la maggior parte delle ore di veglia nel Maschile, senza far nulla per costruire il proprio Femminile, allora ci si può trovare a 30-40 anni con molto da offrire a un uomo, più di quanto non sia mai accaduto in passato, ma paradossalmente la capacità di attrarne uno sarà molto minore, perché si è sviluppata troppo la propria parte maschile. E questo può causare anche un fenomeno tanto comune quanto potente e pericoloso: l’Animus di una donna, quando estremamente sviluppato e poco integrato, può entrare in competizione con l’Animus del proprio Compagno, e, in questo caso, la guerra di potere sarà garantita. Facciamo esempi più concreti, apparentemente scherzosi, ma molto eloquenti e significativi:
• A volte pensi che, a parte per avere una vita sessuale, non avresti bisogno di un uomo?
• Quando incontri qualcuno che ti piace tendi a prendere l’iniziativa e a dargli la caccia? Oppure cerchi di rendergli comunque facile chiederti un appuntamento?
Innanzitutto bisogna ricordarsi che agli uomini piace FARE delle cose e che a loro non interessa solo girarti intorno o guardarti mentre le fai tu. Ma è un’altra la cosa che gli uomini vogliono e cercano sopra ogni altra, e non è una bellezza da copertina, bensì il tuo lato Femminile, quello con f maiuscola. Semplicemente perché, come ho cercato di spiegare approfonditamente all’interno di questo capitolo, a loro manca e così come la terra ha il suo Polo Nord e quello Sud, gli opposti si attraggono.
Le relazioni intime contengono sempre un’interazione tra queste due forze, il Maschile e il Femminile; per questo motivo, le due persone coinvolte in una relazione affettiva non possono giocare lo stesso ruolo nello stesso momento. Riassumendo in altre parole quanto già detto più volte in maniera più schematica:
• IL MASCHILE: conquista le cose, pensa alle cose (inteso come opposto al sentirle), discute, costruisce ponti e grattacieli, tiene i punti, fa soldi, va sulla luna e gioca per VINCERE. E’ duro e asciutto e vuole sentirsi SVINCOLATO: in un luogo tutto suo, o guardando la partita o seduto vicino ad altri uomini senza dire niente di particolare. Soprattutto, vuole essere LIBERO.
• IL FEMMINILE: ama le relazioni e i legami e sente l’impulso di amare e di nutrire. Il Femminile vuole creare una casa, curare un giardino, avere una famiglia (quando la donna ed il suo femminile sono sane e felici anche la sua casa e la sua famiglia lo saranno), appendere le tende e comprendere profondamente le persone che ha intorno. Vuole stare in una comunità (specialmente con altre donne) e costruire società limitando il Maschile perché, senza la presenza del Femminile, questo può essere portato a vedere persone o cose (per es. il pianeta Terra!) come risorse da sfruttare, invece che da curare. Infatti anche le streghe mandate al rogo cercavano soprattutto di insegnare a entrare in connessione con la natura, anche allo scopo di salvaguardare il pianeta che per il maschio rappresentava solo un filone da spolpare. Il Femminile è morbido, selvaggio, imprevedibile e bellissimo come la natura. Più di ogni altra cosa il Femminile vuole AMARE.
Quando inizia una relazione, queste due energie si attraggono e liberano l’una il potere dell’altra. Significa che nella relazione il Femminile è un dono per il Maschile, anche se noi donne (soprattutto il “modello mascolinizzato milanese”) ce lo dimentichiamo continuamente!!!
Nelle donne il polo positivo dell’energia è il cuore, i genitali sono invece il polo negativo.
E’ per questo motivo che per risvegliare il piacere sessuale nelle donne si passa dal cuore. Per le donne onorare il cuore è molto importante. È dove le donne si collegano con l’intimità e la sessualità. Negli uomini i poli sono invertiti. I genitali sono il polo positivo e il cuore quello negativo. E’ così che negli uomini attraverso la sessualità si risveglia il cuore. Per gli uomini onorare la sessualità è molto importante. È dove gli uomini si collegano con l’intimità e l’amore. E anche per questo motivo la sessualità costituisce una via per il sacro…
L’Integrazione tra Maschile e Femminile – La mia esperienza personale
“Gesù disse loro: ‘Quando farete dei due uno, e quando farete l’interno come l’esterno e l’esterno come l’interno, e il sopra come il sotto, e quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l’uomo non sia uomo e la donna non sia donna, quando avrete occhi al posto degli occhi, mani al posto delle mani, piedi al posto dei piedi, e figure al posto delle figure allora entrerete nel Regno’.
(Vangelo Apocrifo di Tommaso)
L’energia sessuale è considerata l’energia più potente nel corpo, poiché la funzione della riproduzione è fondamentale per garantire la sopravvivenza del genere umano e la continuità della specie. Ma la creazione può scaturire solo dall’unione di due complementi, quello maschile e quello femminile.
In realtà, sebbene in molti auspichino un ritorno ad un femminile che dovrebbe salvare il mondo, io credo che quello che tutti dovremmo inseguire e sviluppare è un nuovo equilibrio armonioso ed integrato tra energia femminile ed energia maschile, dentro e fuori di noi. In questa nostra epoca la bilancia pende visibilmente verso una struttura maschilista, ma se dovesse all’improvviso assestarsi all’estremo opposto non credo possa offrire soluzioni più valide o definitive.
Il ragionamento, mi rendo conto, è abbastanza banale, ma lo compresi chiaramente come non mai (come quando un concetto dalla mente si fa strada fino al cuore) quando ebbi modo di frequentare un meraviglioso ed illuminante corso residenziale di 8 giorni, che nella sua descrizione, si presentava in questo modo:
“Due mondi, il maschile e il femminile, di una bellezza assoluta. Due sfere che devono scivolare l’una sull’altra con dolcezza e riconoscimento reciproco. In questo percorso farai esperienza e avrai una comprensione profonda del tuo lato maschile, liberandone le qualità. Contemporaneamente entrerai più profondamente in contatto col tuo lato femminile. Tante donne insieme creeranno un’atmosfera di amore e cura per guarire le ferite del femminile e risvegliare la vera capacità di amare, di nutrire e di essere nutrita. Questo porterà equilibrio e armonia, unendo le qualità maschili e femminili, facendoti scoprire che puoi avere il meglio dei due lati. Sarà un viaggio insieme molto intenso e al tempo stesso rilassato e profondamente piacevole. È guidato da Leela Susan Lovegarden che ha creato questo workshop e ha continuato a svilupparlo e guidarlo in tutto il mondo. Questa potrebbe essere una delle esperienze più appaganti e trasformative della tua vita. Non si tratta di diventare una donna migliore, ma di diventare una persona completa, di diventare te stessa” – “I would like the woman to become as feminine as possible, only then can she flower. And the man needs to be as masculine as possible, only then can he flower. When they are polar opposites, a great attraction, a great magnetism, arises between them. And when they come close, when they meet in intimacy, they bring two different worlds, two different dimensions, two different richnesses, and the meeting is a tremendous blessing, a benediction” (Osho, The Book of Wisdom, Ch 7 – excerpt).
Quando iniziai il mio percorso al femminile alla fine degli anni novanta, incominciai a seguire corsi di cucina, di ricamo, a mettermi lo smalto, a indossare più gonne e scarpe col tacco e a farmi crescere i capelli. Insomma, fino a questo ultimo e illuminante seminario, le istruzioni erano sempre state quelle di alimentare l’energia femminile in ogni sua sfaccettatura, e così feci. I risultati erano visibili, e non solo a livello fisico intendo, ma ho sempre percepito che, sottilmente, mancasse un tassello, forse un anello di congiunzione.
Durante questo workshop, per la prima volta, per agire sul femminile, mi veniva chiesto e insegnato a lavorare sulla mia parte maschile, perché se in una donna anche il suo Animus è ben equilibrato e integrato, allora anche la sua Anima si sentirà libera di emergere perché protetta. Perché tra l’energia maschile e l’energia femminile ci dovrebbe essere solo attrazione e amore ed è quindi la personalità che deve lasciar andare la rigidità, i pensieri fissi e le costruzioni mentali. Solo in questo modo queste due totalità archetipiche si potranno ampliare nell’intreccio. Se questo profondo amore fra gli uomini e le donne non avviene nella realtà, vuol dire che l’anima, che contiene entrambe le energie, è ancora oscura e se stessa, ha ancora parti che nasconde, che nega, che proietta.
Personalmente feci una scoperta epocale che avrebbe cambiato per sempre la mia biografia, cioè che il mio maschile era un Re che toglieva la scena alla Regina perché la proteggeva eccessivamente. Faceva così perché la credeva debole, ma una vera Regina non era seconda a nessuno e accanto a sé, per governare al meglio, aveva solo bisogno di un Fante che la servisse solo quando lei lo ritenesse necessario. D’altronde un femminile mascolinizzato come quello impresso nel mio vissuto non può avere una grande considerazione delle virtù del Femminino. Anche questo ragionamento e questa scoperta possono sembrare altrettanto banali, e di certo non era la prima volta che mi confrontavo con questi concetti, ma era sicuramente la prima volta che li respiravo nel mio corpo, nel mio cuore e nella mia pelle.
Decisivo, in questo senso, fu un esercizio esperienziale fra tutti. Le formatrici divisero il grande gruppo in due schieramenti, uno composto da soli uomini da un lato della sala e uno formato da sole donne dall’altro. Poi misero della musica e ci chiesero di sceglierci un partner casualmente e iniziare a ballare: l’uomo doveva guidare, stupire e far divertire la compagna, la donna doveva esclusivamente farsi condurre… Al primo turno a scegliere dovevano essere le donne, subito dopo sarebbe toccato agli uomini. Quando fui io a scegliere, mi “imbattei” in un uomo alto, non propriamente bello e prestante ma dall’aria simpatica e “innocua”, probabilmente gli aspetti che mi attirarono. Si dimostrò subito molto impacciato e dopo la sua ennesima movenza imbranata e soprattutto dopo la sua affermazione: “scusa ma non ho ben capito che devo fare…”, non potei credere a quello che uscì dalla mia bocca in automatico, senza davvero rendermene conto: “lascia stare, faccio io, segui me!”. La storia di una vita racchiusa in una frase che non credo richieda altri commenti… Altrettanto significativo quello che accadde dopo. Al termine della canzone, mi ero appena voltata per tornare nel mio gruppo e questa volta attendere di essere scelta, quando mi sentii prendere la mano da dietro, quasi strattonandomi. Quando mi voltai vidi un uomo alto, brizzolato e molto affascinante, che avevo già notato nei giorni precedenti. Non mi disse una parola e nel frattempo era partita la seconda canzone. Fui subito positivamente colpita ma nello stesso tempo infastidita dal suo modo di condurre così deciso, tanto che, anche in questo caso quasi senza accorgermene, fu il mio corpo a reagire in automatico ponendosi rigidamente in resistenza rispetto a quello che questo ballerino così sicuro mi chiedeva di fare. Continuava a regnare il silenzio verbale, ma il suo sguardo fisso nei miei occhi diceva tutto. Mentre i miei occhi ricambiavano con un “non ti darò mai la soddisfazione di fare quello che mi chiedi, quello che tu mi vuoi obbligare a fare”. Anche in questa frase credo siano contenuti almeno 10 anni di terapia! Insomma… ad un certo punto sentii questo suo modo di portarmi e “contenermi” talmente forte e sicuro che smisi di recalcitrare e mi abbandonai nelle sue braccia. Perché percepivo che lui sapeva benissimo cosa stava facendo e lo faceva con autorevolezza. Fu una sensazione meravigliosamente liberatoria che non scorderò mai e che in quel momento si registrava anche nelle mie cellule: il femminile riesce a rilassarsi e a esprimersi quando sente accanto a sé un maschile volitivo e protettivo che glielo permette. Volevo un uomo del genere, ma forse per poterlo incontrare era necessario mitigare il mio lato yang, per la stessa ragione per cui – tornando all’efficacissima metafora della danza – due persone che ballano insieme un liscio non possono andare contemporaneamente all’indietro…
Quella sera andai a letto pensando a uno dei miei libri preferiti, e una frase precisa in esso contenuta rimbombò prepotentemente nella mia testa tutta la notte. Si tratta del testo della psicoanalista junghiana Maja Storch intitolato “Donne forti, deboli con uomini forti” e la citazione in questione riguarda il contenuto della quarta di copertina: “La tigre cerca il suo padrone, ma non sopporta che sia più forte di lei. Alla ricerca di un domatore segue immediatamente la vendetta per essere stata sottomessa”.
Questa opera vibra e risuona così intensamente dentro di me, da averla letta almeno una volta l’anno negli ultimi 8, cogliendone sfumature e stimoli sempre nuovi e differenti. In questo libro, infatti, scritto in maniera splendida e con sapiente ironia, l’autrice svizzera spiega come una donna forte, ovvero emancipata nel senso migliore del termine e che svolge un lavoro di successo, cerchi un uomo altrettanto forte, con una marcata identità maschile. Più la donna è forte, più grande è l’amore che avrebbe da offrire a un uomo. Ma guai a colui che risveglia in lei tale sentimento! In altre parole la Storch mostra alle donne come sia possibile conservare la propria forza, per la quale hanno tanto combattuto, senza dover negare a se stesse il desiderio di dedizione e di protezione nei confronti degli uomini. Ossia come far diventare grande la bambina piccola che è in loro. Solo se questo processo di crescita riesce, anche le donne forti incontreranno uomini cui donare amore illimitato. Questa è la strada che sto percorrendo, cercando nel frattempo di cancellare il condizionamento secondo il quale se una donna è “troppo” forte e potente non potrà mai essere amata da un uomo…
A fine corso ci venne regalata una pergamena di ricordo che conteneva questa poesia:
Per ogni donna forte, stanca di dover apparire debole
C’è un uomo debole, stanco di dover apparire forte
Per ogni donna stanca di doversi comportare come una stupida
C’è un uomo stufo di far finta di sapere tutto
Per ogni donna stanca di dover essere qualificata come un essere emotivo
C’è un uomo al quale è stato negato il diritto a piangere e ad essere delicato
Per ogni donna considerata poco femminile quando gareggia in competizione
C’è un uomo che si sente obbligato a competere affinché
non si dubiti della propria mascolinità
Per ogni donna stanca di sentirsi oggetto sessuale
C’è un uomo preoccupato per la sua potenza sessuale
Per ogni donna che si sente attaccata ai suoi figli
C’è un uomo a cui si è negato il piacere alla paternità
Per ogni donna che non ha avuto accesso ad un lavoro o salario soddisfacente
C’è un uomo che deve assumere la responsabilità economica di un altro essere umano
Per ogni donna che non conosce i meccanismi di una automobile
C’è un uomo che non ha appreso i segreti dell’arte del cucinare
Per ogni donna che avanza di un passo per la sua propria liberazione
C’è un uomo che riscopre il cammino alla libertà…